Psicoterapia umanistica e analisi bioenergetica…un connubio inscindibile.

La psicologia umanistica nasce negli anni Settanta, negli Stati Uniti, sotto l’influenza di quella corrente filosofica definita come fenomenologico–esistenziale e, fa convergere in sé, il contributo di autori di diversi orientamenti, sia filosofici che psicologici, che contrari ad ogni forma di riduzionismo psicologico, si fanno interpreti e porta voci della necessità di riportare al centro dell’indagine psicologica la sfera della soggettività e dell’esperienza vissuta. Tale psicologia che nasce come un movimento di pensiero all’interno del quale potevano confluire scuole ed orientamenti terapeutici diversi, intendeva reagire alle concezioni dell’uomo elaborate dalle due precedenti rivoluzioni psicologiche: la psicoanalisi classica e il comportamentismo positivistico.

Gli psicologi umanistici erano convinti che la concezione dell’uomo proposta da queste due correnti di pensiero fosse frammentaria e riduzionista e non fornisse una spiegazione convincente della realtà umana. Il comportamentismo riduceva l’uomo ad una macchina animata unicamente da meccanismi stimolo-risposta rispetto alle sollecitazioni ambientali, collocandolo in una dimensione astorica e precostituita (il setting sperimentale), trascurandone la dimensione soggettiva ed interiore a favore di una sterile oggettività. La psicoanalisi freudiana, invece, forniva una impostazione biologica dell’uomo, dominato da forze pulsionali inconsce, talora distruttive, che lo plasmano. Un uomo schiacciato dalla propria infanzia, condizionato da una natura che andava incontro inevitabilmente al conflitto con le norme sociali e destinato a sperimentare intoppi nel suo sviluppo. In entrambe le scuole di pensiero, quindi, venivano trascurati gli elementi fondamentali di una personalità sana e consapevole: l’intenzionalità, la creatività, il libero arbitrio.

Gli psicologici umanisti, invece, per primi proposero una visione dell’essere umano come “persona globale”, e “unica” nella sua singolarità.

Si tratta una visione sia olistica dell’uomo, in quanto attribuisce pari valori alle componenti biologiche, psicologiche e sociali, che ottimistica, in quanto, ne sottolinea le potenzialità positive: non siamo solo de terministicamente condizionati dalla nostra storia, ma piuttosto, sono le nostre motivazioni e le nostre risorse a determinare cosa facciamo della nostra vita.

La psicologia umanistica sposta il focus dell’attenzione dall’uomo malato all’uomo sano con un significativo ribaltamento nella concezione di “salute “ e di “malattia”.

Questi elementi, considerati nel “qui ed ora” dell’esperienza dell’ individuo, rendono la Psicologia Umanistica una vera e propria Psicologia della Salute, intesa come sviluppo e accrescimento delle potenzialità della persona.

Cambia, ovviamente, anche la modalità di approccio alla problematica umana, sia in termini di metodi che di obiettivi della ricerca psicologica. Non si ricercano più i “perché” di un fenomeno ma si cerca di comprenderlo nella sua interezza. L’obiettivo diventa la comprensione del soggetto nella sua totalità individuale: l’organismo è un agente attivo che entra in un complesso sistema di relazioni con il mondo, per cui non si può comprenderne un singolo comportamento se non si conosce la sua storia personale, le sue aspirazioni, se non si colgono, cioè, la sua visione del mondo e la sua “struttura esistenziale”.

Si tratta di una psicoterapia in cui la funzione del terapeuta è quella di creare un’ atmosfera di empatia e di accettazione comprensiva, dove trova spazio non tanto un’interpretazione ma una chiarificazione in cui si lascia lavorare il “paziente” nel suo percorso di rivalutazione ed espressione di sé . Lo psicoterapeuta riconosce, così, nel paziente non solo un essere umano al quale rapportarsi con rispetto ed empatia, ma anche una persona che può essere per se stessa lo strumento migliore di esperienza e di crescita. Lo psicoterapeuta, quindi, non è più l’“esperto” che svela all’individuo in difficoltà i perché a lui sconosciuti della propria sofferenza (come nella psicoanalisi), o che lo addestra a pensare in modo più efficace e ad emettere comportamenti più adeguati (come nell’approccio cognitivo - comportamentista): è, invece, un facilitatore, che, riconoscendo e valorizzando l’unicità dell’esperienza umana, affianca la persona nel processo di evoluzione, promuovendo in essa un processo autonomo di analisi e risoluzione del problema.

Nella mia formazione presso l’Istituto di Psicoterapia Psicoumanitas di Roma ho avuto modo di conoscere e imparare delle tecniche corporee che utilizzo con i miei pazienti e con cui ho ottenuto ottimi risultati; per spiegare cos’è l’Analisi Bioenergetica sento il bisogno di esternare due frasi dei miei docenti che rimarranno per sempre scolpite nella mia anima e nella mia mente: «Le parole sono spesso scuse per non sentire» Dott. Antonio Lo Iacono; «Il corpo è il teatro delle emozioni» Dott.ssa Rossella Sonnino.

Partendo dall’assunto che la persona umana può e deve essere studiata nella sua interezza, il corpo ha cominciato ad essere protagonista in psicoterapia grazie proprio alla psicologia umanistica che al suo interno ha visto confluire la Bioenergetica di Lowen, la quale si fonda sull’importante contributo di W. Reich. A lui si riconosce il merito di aver ampliato ed esteso la tecnica analitica per includervi tutto ciò che ha a che fare con l’espressione e le attività fisiche del paziente.

L’Analisi Bioenergetica cerca di comprendere la persona nella sua corporeità attraverso l’espressione corporea e i processi energetici connessi.

Questi processi, cioè, la produzione di energia attraverso la respirazione e il metabolismo e la scarica di energia nel movimento, rappresentano le funzioni basilari della vita. È una forma di terapia che associa il lavoro sul corpo con quella sulla mente. Una tesi fondamentale della bioenergetica è che mente e corpo si influenzano a vicenda: quello che succede nella mente si riflette sul corpo e viceversa. «Noi non abbiamo un corpo» ma «siamo il nostro corpo», espressione della nostra vitalità, del nostro passato, del nostro presente e delle nostra esperienza personale e interpersonale, delle nostre consapevolezze, dei nostri processi inconsci, dei nostri moti, e delle nostre emozioni.

A differenza della maggior parte dei metodi precedenti che, avevano focalizzato l’attenzione sulla mente, la bioenergetica cerca di capire la personalità umana dal punto di vista del corpo.

L’analisi bioenergetica si avvale, pertanto, di tecniche specifiche e sistematiche nel processo psicoterapeutico e che intervengono tanto sul piano verbale quanto su quello corporeo, cercando di rafforzare il contatto con la terra/realtà del corpo (grounding), intensificando la vibrazione naturale del corpo e approfondendo la respirazione, sviluppando una coscienza psicologica, ampliando le possibilità espressive di movimento e di fluidità comunicativa.

In definitiva l’analisi bioenergetica è una tecnica che pone le sue fondamenta proprio sull’importanza d’entrare in contatto con se stessi, con il proprio vissuto corporeo e con le sue sensazioni ed emozioni.

Nell’Health Center, utilizziamo questo tipo di approccio terapeutico; il soggetto all’interno della struttura trova un ambiente accogliente e confortevole, con un personale medico e paramedico altamente qualificato.