Dormi male? Il cervello potrebbe andare in tilt

Sarà colpa dell’insonnia, delle cattive abitudini, del nuovo bebè arrivato, del social jet lag, ma dormiamo sempre meno. Ed è un problema da non prendere sotto gamba: se non riposiamo il cervello va in tilt.

Dormire poco fa diminuire la concentrazione e la memoria, peggiora le performance lavorative e il rendimento scolastico. Ma non solo: può predisporre all’insorgenza di problemi mentali anche seri, come ansia e depressione. La buona notizia però è che terapie psicologiche più moderne sono in grado di migliorare notevolmente la qualità del sonno, aiutando la salute mentale. A sostenerlo è uno studio inglese coordinato dai ricercatori dell’Università di Oxford, e pubblicato sul Lancet.

La ricerca è la più ampia mai realizzata per indagare l’efficacia di un trattamento psicologico, e i risultati dimostrerebbero in modo convincente che l’insonnia e i problemi del sonno non sono semplicemente conseguenze dei disturbi mentali (come ritenuto per molto tempo), ma rappresentano anche un fattore scatenante per ansia, depressione e altri problemi psicologici.

Pare non giovi recuperare il sonno perduto durante il weekend. Numerosi studi infatti hanno dimostrato come il sonno più lungo (quello del weekend)  sia associato a umore nero, sonnolenza prolungata, sensazione di stanchezza (sintomi propri anche del jet lag).

E ogni ora extra di dolce dormire comporta l’11% di rischio in più di essere colpiti da malattie cardiovascolari.

La regolarità e la qualità del sonno, quindi, sono importanti tanto quanto la durata (consigliate 7-8 ore a notte). La qualità si può stabilire solo con un esame poligrafico notturno che determina la quantità di sonno profondo. E il risposino pomeridiano è ammesso, purché non duri troppo.

 

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